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I rumori in ospedale rallentano la guarigione La permanenza in ospedale non è mai facile, tra terapie, prelievi e orari non sempre comodi. Ma c’è un altro fattore che oltre ad essere fastidioso può arrivare addirittura a rallentare la guarigione: il rumore. Suoni come allarmi elettronici, telefoni e conversazioni possono svegliare i pazienti, anche a toni non molto alti, creando così un ambiente che non aiuta a guarire in fretta. È quanto spiega lo studio SleepDisruption Due to Hospital Noises: A Prospective Evaluation pubblicato sulla rivista “Annals of Internal Medicine” http://annals.org/article.aspx?articleid=n8i876. In realtà il livello di rumore nelle mura dell’ospedale può arrivare anche fino a 80 decibel, cioè quanto una motosega. Per misurare l’intensità che alcuni rumori devono avere per svegliare le persone, i ricercatori hanno monitorato il sonno di 12 persone in salute man mano che veniva aumentato il volume dei suoni nella stanza in cui dormivano. Molti di questi rumori erano registrati dagli ospedali, come l’allarme della pompa del sangue, la gente che parla, un aereo che vola vicino e il carrello della lavanderia che passa nel corridoio. Sono stati riprodotti uno alla volta, prima come un bisbiglio, e poi alzando il volume finché la persona non si svegliava o si raggiungevano i 70 decibel. Si è così visto che gli allarmi e le voci sono i peggiori ‘disturbatori’. Durante il sonno profondo, più di metà delle persone si è svegliata con il rumore dell’allarme tenuto al livello di un sussurro, e i 3/4, che dormivano con un sonno leggero, sono stati svegliati dal suono di persone che parlavano bisbigliando. Il traffico fuori, l’aereo che vola vicino, l’elicottero che decolla e il bagno in funzione si sono rivelati meno fastidiosi. I ricercatori inoltre hanno misurato il battito cardiaco, scoprendo che il risveglio causava un leggero aumento del ritmo.

Fonte: Bollettino dell’Ordine dei Medici di Bologna